Il farmaco equivalente, o generico, è un medicinale il cui principio attivo, cioè la sostanza che svolge azione curativa, non è più coperto da brevetto (il brevetto è scaduto). Quindi è un medicinale:
• esattamente equivalente a quello da cui deriva;
• contiene la stessa quantità di principio attivo e la stessa efficacia clinica del farmaco ''di marca'';
• si assume alle stesse dosi, con le stesse modalità e per le stesse indicazioni terapeutiche;
• è sottoposto agli stessi controlli e procedure di registrazione e vigilanza che l'Agenzia Italiana del Farmaco riserva a tutti i farmaci in commercio.
Le sole differenze con i farmaci ''di marca'' sono:
• il nome: i farmaci equivalenti sono venduti in farmacia con il nome del principio attivo che contengono. Al posto dell'aspirina, per esempio, troviamo l'acido acetilsalicilico;
• il prezzo: la scadenza del brevetto permette di risparmiare sul prezzo al pubblico una percentuale non inferiore al 20 per cento. Una riduzione che non grava sulla qualità di controllo e di produzione del medicinale, ma sui costi di marketing che non comprendono più le spese di ricerca e sviluppo.
A cosa serve il brevetto di un farmaco
Il brevetto di un farmaco dura 20 anni. Per tutto questo periodo, l'azienda farmaceutica che ha sviluppato il farmaco lo può commercializzare ''in esclusiva". Infatti prima della sua commercializzazione il farmaco segue un lungo percorso che ha un costo notevole per le aziende.
Caratteristiche dei farmaci equivalenti
In Italia ci sono due categorie di farmaci equivalenti classificate dal Ministero della Salute in medicinali commercializzati sotto la Denominazione Comune Internazionale (DCI) seguita dal nome del produttore e copie di farmaci ''di marca'' recanti un proprio nome commerciale.
Il rapporto qualità - prezzo
L'utilizzo del farmaco equivalente è un buon aiuto economico: il risparmio va dal 20 al 50 per cento rispetto ai farmaci ''di marca'' corrispondenti, con il risultato che il paziente può essere sicuro di usare gli stessi principi attivi cui è abituato.
Farmaco ''di marca'' o farmaco equivalente?
Per poter cambiare il farmaco che si assume normalmente con un farmaco equivalente è necessario l'intervento del proprio medico curante, che indicherà sulla ricetta il nome del farmaco generico corrispondente. Si possono ricevere informazioni anche direttamente in farmacia.
Il farmaco equivalente, o generico, è un medicinale il cui principio attivo, cioè la sostanza che svolge azione curativa, non è più coperto da brevetto (il brevetto è scaduto). Quindi è un medicinale:
• esattamente equivalente a quello da cui deriva;
• contiene la stessa quantità di principio attivo e la stessa efficacia clinica del farmaco ''di marca'';
• si assume alle stesse dosi, con le stesse modalità e per le stesse indicazioni terapeutiche;
• è sottoposto agli stessi controlli e procedure di registrazione e vigilanza che l'Agenzia Italiana del Farmaco riserva a tutti i farmaci in commercio.
Le sole differenze con i farmaci ''di marca'' sono:
• il nome: i farmaci equivalenti sono venduti in farmacia con il nome del principio attivo che contengono. Al posto dell'aspirina, per esempio, troviamo l'acido acetilsalicilico;
• il prezzo: la scadenza del brevetto permette di risparmiare sul prezzo al pubblico una percentuale non inferiore al 20 per cento. Una riduzione che non grava sulla qualità di controllo e di produzione del medicinale, ma sui costi di marketing che non comprendono più le spese di ricerca e sviluppo.
A cosa serve il brevetto di un farmaco
Il brevetto di un farmaco dura 20 anni. Per tutto questo periodo, l'azienda farmaceutica che ha sviluppato il farmaco lo può commercializzare ''in esclusiva". Infatti prima della sua commercializzazione il farmaco segue un lungo percorso che ha un costo notevole per le aziende.
Caratteristiche dei farmaci equivalenti
In Italia ci sono due categorie di farmaci equivalenti classificate dal Ministero della Salute in medicinali commercializzati sotto la Denominazione Comune Internazionale (DCI) seguita dal nome del produttore e copie di farmaci ''di marca'' recanti un proprio nome commerciale.
Il rapporto qualità - prezzo
L'utilizzo del farmaco equivalente è un buon aiuto economico: il risparmio va dal 20 al 50 per cento rispetto ai farmaci ''di marca'' corrispondenti, con il risultato che il paziente può essere sicuro di usare gli stessi principi attivi cui è abituato.
Farmaco ''di marca'' o farmaco equivalente?
Per poter cambiare il farmaco che si assume normalmente con un farmaco equivalente è necessario l'intervento del proprio medico curante, che indicherà sulla ricetta il nome del farmaco generico corrispondente. Si possono ricevere informazioni anche direttamente in farmacia.